Secondo Pitagora tutto è misurabile, nell’accezione filosofica di questo assioma Tutto è Numero. Ma come è possibile, quindi, misurare l’Armonia? Un elemento così soggettivo come la gradevolezza o il significato di una composizione, sia che essa sia architettonica o un’immagine filmata, è espressione individuale di un messaggio emozionale. A questo punto ci tocca scomodare Euclide, che nel 300 a.c. ha teorizzato la Sezione Aurea.
“La Sezione Aurea è un numero algebrico irrazionale.” ct. Euclide
Questo numero irrazionale (1,6180339887 detto “fi”) è alla base di tutto ciò che è Armonia, come il rettangolo Aureo o il triangolo Aureo che compone la stella a cinque punte. Nell’architettura ritroviamo come una costante il principio della sezione aurea: dal Partenone alla Basilica di San Marco, fino alla cattedrale di Notre Dame. Ciò dimostra però che l’uomo ha codificato la proporzione “perfetta” come un insieme di linee geometriche e ne ha fatto la cifra stilistica dell’Armonia. Quindi Pitagora si sbagliava nel dire che tutto il creato è numero?
Qui subentra Leonardo Pisano (1175 – 1235) detto il Fibonacci, che teorizzò la SERIE di numeri più famosa di tutti i tempi 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, … La serie di Fibonacci è l’evoluzione naturale del numero irrazionale, della sezione aurea. In poche parole il è la cifra dell’Armonia.
Se proviamo a costruire dei quadrati i cui lati abbiano la misura dei numeri della Serie di Fibonacci noteremo comporsi un rettangolo che ha proprio le proporzioni dettate da Euclide e se con un compasso tracciassimo un arco in ogni quadrato vedremo comporsi la spirale della Sezione Aurea. E con una semplice equazione a+b/a = a/b = = 1,6180339887 viene dimostrato il “quarto” teorema di Pitagora: l’Armonia è Numero.
L’Armonia quindi ci circonda, può essere filmata con una Macchina da Presa, può essere replicata in una scenografia o in una architettura. L’Armonia è nella conchiglia di un Nautilus o nelle onde Oceaniche, come negli uragani o nelle tempeste su Giove e nelle Galassie. L’unica attenzione che va posta è nell’essere predisposti a cogliere queste sottili geometrie.
Ci sono, poi, geni come Kubrick che hanno stabilito una nuova cifra dell’Irrazionale. Registi che hanno determinato un “POINT of View” assoluto per tutte le loro opere. Vi sottopongo questo breve filmato perché solo attraverso le immagini è possibile comprendere come alcuni Uomini siano capaci di modificare il punto di vista della collettività nella propria personale Armonia!
Per comprenderne a pieno il significato, dobbiamo porci due semplici domande: Cosa è Caos? Cosa è Normalità? Nell’accezione più ampia la Normalità è la consuetudine collettiva, o quantomeno tutto ciò che diventa di facile comprensione e fruizione. Il Caos, invece, è irrazionalità, incomprensibilità. Spero mi lascerete passare le due definizioni semplicistiche dei più grandi MacroInsiemi dell’umanintà, propedeutiche al raggiungimento della mia Tesi.
Da spartiacque tra queste due “forze” identitarie della sfera cognitiva c’è l’esperienza. Il processo che ci porta a costruire tale esperienza è sia di tipo deduttivo che intuitivo ma, nel nostro millennio, è soprattutto indotta. Mi spiego meglio: quando a monte viene operata una scelta, il regista (o il giornalista se questa è una esperienza reale) determina una fase selettiva della FONTE (o sceneggiatura) trasformandola in messaggio che, con espedienti tecnici e/o tecnologici, viene “filtrato” con una inquadratura, una luce o una parola (fase detta “messa in scena”).
Come nel mito della Caverna di Platone, noi utenti riceviamo quindi solo una parte ben definita del messaggio che ci trasferirà informazioni ed emozioni che diventeranno il nostro LOGOS/ARCHE’. Il Regista fa questo, determina il significato ed il linguaggio perché questi diventino assoluti, in taluni casi per la durata del film mentre in altri casi come per Kubrick anche a distanza di decenni dalla sua morte.